Questa busta mi accompagna sempre ovunque io vada. L'ho acquistata a New York tanti anni fa e durante uno dei diversi cambi di camera che ho fatto durante gli anni dell'università si è macchiato di inchiostro, uso sempre la penna stilografica senza cartucce quindi può capitare di chiudere male la boccetta. Questa macchia l'ha resa ancora più speciale Adesso dentro c'è tutto quello che mi serve per rendere tutto un po' più sopportabile, tappi per le orecchie, delle caramelline, un olio essenziale se ci sono odori che mi danno fastidio, un fidget toy strategie per gestire i momenti più complicati. É una specie di kit di sopravvivenza e mi aiuta moltissimo. Viste le mie ipersensibilità quasi sempre tutto diventa "troppo" in questo modo diventa un po' più sopportabile
Tra gli oggetti a me più cari e che fanno parte della mia vita da molto ci sono sicuramente i pianoforti: Foto 1: il "vecchietto", un pianoforte di inizio '900 -forse anche fino '800, che era stato lasciato su un giroscale da una signora che i miei genitori, quando avevo circa 8-10 anno, hanno preso e fatto sistemare per bene. Essendo rimasto nella casa dei miei, un paio di anni fa abbiamo deciso di donarlo a un altro appassionato (purtroppo fatica a tenere l'accordatura e per me che oramai canto più che suonare era un problema averlo accordato mezzo tono sotto) Foto 2: il pianoforte di casa nostra, era del papà di mio marito, lasciato inutilizzato per tanti anni ma per fortuna di buona qualità, quindi è bastato poco per farlo tornare in forma 🤩 Spero di trasmettere la passione per la Musoca anche ai piccoli cosi questo strumento avrà ancora una lunga vita! 🩷🎶
Originaria della zona di Assisi, Spello e Foligno, la Rocciata non è solo un dolce, ma un viaggio nel tempo. Simile allo strudel trentino, il suo ripieno celebra gli ingredienti tipici dell’Umbria: mele, noci, uvetta, pinoli e cannella, avvolti in una sfoglia sottile e croccante. Perfetta per le festività autunnali e natalizie precedendo la diffusione del panettone! Recentemente, la Rocciata ha raggiunto un traguardo storico a Foligno, dove l’Accademia Italiana della Cucina (AIC) ne ha ufficializzato e tutelato la ricetta, riconoscendola come simbolo della tradizione culinaria umbra. Questo dolce ha radici antichissime: si parla di una storia di tremila anni! La sua forma arrotolata evoca l'Uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo del tempo che ritorna. Studi collegano la Rocciata a un dolce descritto da Catone il Censore nel 160 a.C., confermando il suo profondo legame con la storia alimentare locale. Dalla memoria popolare a icona tutelata, la Rocciata è una delizia da assaggiare! Vuoi conoscere la ricetta ufficiale della Rocciata riconosciuta dall'AIC? Ecco il link: https://www.umbria.camcom.it/la-camera/comunicati-stampa/la-rocciata-di-foligno-il-dolce-della-tradizione-entra-ufficialmente-nella-storia-della-gastronomia La foto del post è dello scorso anno perchè non sono riuscito ancora a farla! Appena pronta condividerò la foto…
Selfie in ascensore (di un paio di mesi fa però) con maglietta e giacca donate da un'amica, pantaloni prestati da un'altra… uno swap per modo di dire perché in quell'occasione ho preso senza dare nulla, ma alla prima opportunità restituirò il favore donando quello che io non uso più
La mia idea di Natale, un tempo? Un sobrio presepe in miniatura, tutto qui. Poi sono arrivate le nozze e, con loro, l'impatto di un gigante verde finto. Ricordo ancora la “missione Abete Perfetto”: cinque viaggi. Sì, cinque. Ma ne è valsa la pena, perché un albero così grande meritava un'anima. La rivoluzione è stata opera di mia moglie, la vera artista di casa. È scattata una dolcissima tradizione: ogni anno, lei crea un ornamento fatto a mano, unico e pieno di cuore. Non sono semplici addobbi; sono capsule del tempo. Ogni volta che li appendiamo, riviviamo un Natale passato, un pezzo della nostra storia appeso ai rami. Oggi, il nostro albero è il fulcro delle festività e il manifesto del nostro amore e della nostra creatività. Certo, dopo tutti questi anni è un po' sfoltito e ha perso qualche ago (pur essendo di plastica!), ma ne abbiamo ammortizzato l'impatto ambientale e ha più storia di un cimelio. È un po' come me: un “classico” che ha qualche anno e qualche capello in meno ma siamo entrambi qui, ricchi di ricordi più che mai, grazie a questa tradizione che resiste al tempo.
Le mille vite dello zaino che mi accompagna dalle superiori, o forse addirittura dall'ultimo anno di medie, ha circa 20 anni e inizia a dimostrarli..(avrà presto bisogno di un intervento di recupero degli spallacci) ma è perfetto per ogni occasione: ha trasportato libri, é stato bagaglio a mano, ora è praticamente la mia borsa quotidiana perché contiene perfettamente tutto ciò che mi serve per il lavoro(andando in bici é molto pratico) ma è stato utile anche nelle piccole gite prima con gli amici poi con i bambini. Avrebbe tante storie da raccontare e non ha paura di niente …come si vede in foto neanche di attraversare la città dopo la pioggia se io mi scordo di rimontare i parafanghi dopo aver sistemato la bici 🫠 insostituibile!!!
Non ho dubbi: questa bambola è l'oggetto che dura nel tempo, da taaaanto tempo. Ero una bimbetta quando la mia bis-nonna Menta ce la regalò. Piacque subito anche a mia madre che la teneva in camera, le lavava il vestito e talvolta lo rammendava. Non è di gomma, non so dire di che materiale sia. Ha accompagnato tanti momenti a casa nostra. Quando è nata? Senz'altro nei primi anni del 900. Ora l'ho portata a casa e mi osserva dal mio comò in camera. E' un bellissimo ricordo!
Non ci sono ricette tipiche casertane, noi ovviamente le prendiamo da Napoli. Ecco qui i miei struffoli, che io preparo un po' diversamente da quelli tradizionali: i miei sono più grandi e morbidi, i classici invece sono piccoli e "spaccadenti" 😅
🎄 10 Dicembre – La forza delle cose che restano
Ci sono oggetti che non scegliamo solo per il loro uso, ma per ciò che raccontano. Oggi voglio condividere la storia di tre oggetti per me speciali: un braccialetto, una collana e un paio di orecchini che mia nonna mi ha regalato durante uno dei suoi viaggi in Terra Santa.
Non sono solo gioielli: sono un pezzo di lei, del suo modo di vedere il mondo e della sua capacità di portare a casa ricordi che parlano. Ogni volta che li indosso mi ricordano la sua forza, la sua dolcezza e la sua curiosità inesauribile. Sono diventati per me un simbolo di legami che durano nel tempo – più preziosi di qualunque materiale.
Prolungare la vita delle cose (e dei ricordi che custodiscono) è uno dei gesti più semplici e potenti per vivere con consapevolezza. Alcuni oggetti non sono solo oggetti: sono eredità emotive.
📸 Foto alla fine del post per completare l’attività.
🩷🩷🩷
Questa calamita a forma di Mini la conservo da quando sono piccolina. Racchiude in sé un ricordo d'infanzia che al solo pensarci mi fa ancora emozionare.🚗
Era una bella domenica pomeriggio e mio padre mi aveva portato al cinema a vedere Koda fratello orso (che piantino che mi fa ancora fare, quel meraviglioso cartone animato!). In sala eravamo solo in quattro: io e mio papà e un'altra bimba con il suo papà. Scambiando qualche chiacchiera, abbiamo scoperto di chiamarci con lo stesso nome (in quegli anni, non era così comune). Quante probabilità c'erano? È stato davvero sorprendente. Al ritorno, su un mercatino dell'usato abbiamo incontrato un amico di papà che mi ha dolcemente regalato questa calamita. La mini era una macchina per la quale provavo simpatia, fu una bella coincidenza. La calamita non funziona, eppure la conservo sul mio comodino come portafortuna e come ricordo di una meravigliosa giornata.
Che storia dolcissima 💛 Si sente davvero tutto il calore di quel ricordo: la magia di una domenica semplice ma speciale, la sorpresa di trovare un'altra bimba con il tuo stesso nome, l'emozione del film, quel gesto gentile al mercatino… Sono quei momenti che restano impressi senza bisogno di essere grandi o eclatanti.
Appena passate in biblioteca ed è arrivato il prestito interbibliotecario che avevo richiesto, cercando un libro citato da @MartinaNoor 😊 Avere tante biblioteche in rete, sparse per tutta la provincia, è un servizio molto utile che permette di trovare quasi sempre il titolo che si sta cercando e riceverlo nella propria biblioteca di riferimento. C'è qualche biblioteca che non aderisce, tra cui il capoluogo di Provincia 😅, ma nel complesso è davvero efficiente.
Viva la Musica!
Mi è difficile scegliere un solo oggetto perché non butto via niente😂 ho scelto il mio fedele zaino da montagna che uso anche come bagaglio a mano in aereo. L'ho preso ormai qualche anno fa (mi sembra nel periodo del covid) e lo terrò ancora per molto perché è comodissimo e resistente
Questo cestino da ricamo a cui sono molto affezionata mi accompagna da quando ero bambina.
Mia nonna mi insegnò a ricamare quando andavo alle elementari e questo è stato il mio primo e unico compagno di lavoretti.
Ho un mobiletto più grande dove tengo fili, stoffe e altro materiale utile, mentre in questo tengo un set base, anche per il rammendo e di volta in volta il sacchettino con i colori del ricamo del momento.
Anche adesso che mia nonna non c'è più, il cestino conserva i ricordi di tanti momenti passati insieme e mi accompagnerà per sempre.
Si chiama buccellato ma non è quello classico già conosciuto. Sono dei dolci ripieni di mandorle o fichi e ricoperti da una glassa bianca (o zucchero a velo se non hai voglia di farla) e si fanno nel mio paese. La ricetta è nel ricettario di mamma ma per farli ci vuole davvero tanta pazienza!! 😋
Ho comprato questo libro qualche settimana prima dell'apertura della Nuova stagione Greenapes… che coincidenza!! Ho pensato a quello che avrei letto nel periodo natalizio. I paesi del nord mi hanno sempre attratta, non so perché! Quindi, per la sfida, lèggerò tutte le fiabe, ma non adesso!! 😆
🍊 Pan giallo romano – Ricetta tradizionale
Ho pensato tanto a una ricetta e ho scelto un dolce molto amato da mia nonna che prendiamo dal panettiere. Si chiama Pantramvai è originario della brianza ma diffuso anche nel milanese. Deve il suo nome al fatto che fosse dato come resto del biglietto del tram. É un pane con l'uva, in cui l'uvetta praticamente supera il peso della farina, c'è un vero e proprio disciplinare per la sua produzione. Ricorda un panettone rustico ma è ugualmente buonissimo!
Foto dal web https://conventomonterosso.it/ricetta/pan-tramvai/
C'è un altro albero in casa di cui vorrei condividere la storia.. lui è piuttosto speciale perché è stato l'albero del mio mini monolocale padovano (20mq) quindi perfettamente proporzionato ad esso, in un Natale solotario per motivi di lavoro. Acquistato a un mercatino e creato da un ragazzo con autismo che ha trovato nella falegnameria una modalità di espressione. É piccolo ma per me davvero prezioso!
Questo albero di Natale era dei miai genitori, finché ero bambina lo decoravamo in casa, poi l'arrivo di Cleo una giovane e allegra cagnolina a far compagnia alla calma e vacchia Luny ha scombussolato la routine e padre ha iniziato a mettere le luci solo su un piccolo cipresso che teneva in vaso a bordura del balcone. Quindi per un po' l'albero è stato nella sua scatola nel sottotetto.. poi montato a metà per qualche anno é stato l'albero a lavoro da mia mamma e infine da 8 anni è diventato il nostro. Ora è montato per intero, decorarlo con i bambini é stato un po' come quando era arrivata Cleo 😵💫 ma alla fine ce l'abbiamo fatta 💪🏼 e anche se é un po' spelacchiato, qualche ramo non è proprio perfetto, luci e addobbi riescono comunque a rendere il suo fascino ipnotico.
Un dolce tipico di questo periodo, originario in particolare delle valli del Natisone, è la gubana. É un dolce lievitato ripieno di noci e uvetta. In passato veniva realizzato anche in casa, adesso è più raro farlo a casa ma viene soprattutto acquistato in pasticceria o al supermercato Esiste anche in versione più piccola, gli struky. Io non li mangio ma a mia mamma piacciono molto
Avevo bisogno di un quaderno e ho trovato questo a casa, mia mamma ci prendeva tutte queste cose sperando che imparassimo a disegnare o di risvegliare una qualche attitudine creativa che però è inesistente 😅 Non mi piaceva molto la copertina allora ho usato dei ritagli di una vecchia rivista per cambiare la copertina, adesso è pronto per essere usato!
Non abbiamo un vero e proprio dolce natalizio stile "panettone" nella zona in cui abito, però in inverno si è soliti a cucinare i Buslanein, dei tipici biscotti piacentini dall'aroma al limone.🍋
Ecco a voi la ricetta!
Ingredienti: - 500g di farina - 80g di burro - 120ml di latte - 100g di zucchero - buccia grattugiata di 2 limoni non trattati - un pizzico di sale
Procedimento: Per prima cosa è necessario preparare un impasto con la farina, il sale, lo zucchero, il burro fuso, le bucce grattugiate e il latte. Bisogna poi lasciar riposare l’impasto per una mezz’ora ricordando di coprirlo con una pellicola. A questo punto potete creare filoncini di circa 8⁄10 centimetri di lunghezza e di 1,5 centimetri di diametro per poi chiuderli facendoli diventare delle piccole ciambelle. Disponetele su una teglia rivestita con la carta da forno e infornate a forno caldo a 180°C per circa 15 minuti, dopodiché abbassate la temperatura a 160°C per altri 10 minuti scarsi.
Da noi il dolce tipico è lo Zelten, una torta con "poco" impasto e taaaanta frutta secca! 🤩 Mandorle, noci, pinoli, canditi (opzionali), fichi secchi… e ogni famiglia ha la sua ricetta: più alto, più basso, con più impasto o più frutta secca, con l'aggiunta di un bicchierino di grappa o senza… con gli anni ho imparato ad amarlo!
A Natale da noi non può mancare la mostarda, una "salsa" tipica a base di frutta fresca, zucchero, miele e senape.
A me piace quella a pezzettoni, ma in Veneto ne hanno un tipo frullato.
Solitamente la acquistiamo pronta. E' deliziosa.
"El less e la mustarda" il lesso e la mostarda.
Io la gusto anche da sola!
Infatti mio marito 'veneto' ricorda ancora il mandarino della mostarda che si apprestó a mangiare in un sol boccone….per poi rimanere senza papille gustative per il resto del pranzo 😂
Grazie come sempre per le importanti riflessioni che ci proponi! E anche per gli articoli per approfondire
di fronte a queste devastazioni mi schiaccia l'impotenza
La nostra ricetta delle feste è il salame di cioccolato. 🍫 Per tutto l'anno conserviamo il fondo dei sacchetti di biscotti in un vecchio Tupperware: per le feste il contenitore è pieno e pronto ad essere svuotato per seguire la ricetta il giorno della Vigilia.
🎄 9 Dicembre – Ricetta Natalizia della Tradizione Le tradizioni culinarie raccontano chi siamo: i nostri luoghi, le nostre storie, la nostra memoria. E a Natale, ogni piatto profuma di ricordi. ✨
👩🍳 La missione di oggi: Condivido una ricetta natalizia tipica del luogo in cui vivo: il Tortello Cremasco, un piatto che sorprende per la sua combinazione unica di sapori dolci e salati — simbolo autentico della cucina cremasca.
🍽️ La ricetta del Tortello Cremasco:
Ingredienti per la pasta: – 400 g di farina – 4 uova – 1 pizzico di sale
Ingredienti per il ripieno (versione tradizionale): – 150 g di amaretti – 100 g di uvetta ammollata – 50 g di cedro candito tritato – 50 g di mostaccino cremasco (o un biscotto speziato simile) – 1 tuorlo – 80 g di grana padano grattugiato – 1 pizzico di noce moscata – 1 cucchiaio di marsala o grappa (facoltativo) – Sale q.b.
Procedimento:
📜 Perché è speciale per me: Il Tortello Cremasco è più di una ricetta: è un racconto di famiglia, una tradizione che passa di mano in mano. Ogni anno ritrovo questi sapori unici che sanno di casa, di festa e di identità.
🌱 Mini curiosità: Molte ricette tradizionali nascono come piatti anti-spreco. Anche il tortello cremasco, con il suo ripieno fatto di ingredienti conservabili e recuperati, racconta proprio questo: la capacità di trasformare ciò che si ha in un piatto speciale.
📸 Ecco la foto della mia ricetta di oggi — un piatto di pura tradizione cremasca!
Mamma mia che buoni i tortelli cremaschi🫠🫠🫠
@giulia🐸 Vero? una meraviglia! 😍 Ogni volta è come tornare a casa.
Grazie alla natura che ci dona e ci permette di vedere questi paesaggi meravigliosi. Mi sono trasferita in Toscana perché molto simile alla mia isola per clima, colori e paesaggi. Mi sento a casa anche per questo. Ci sono cresciuta in mezzo alla natura e non capisco come la gente possa concepire l'idea di distruggerla per profitto.
Il mio alberello di Natale l'abbiamo progettato e relalizzato noi con un foglio di cartone. A volte ci aggiungiamo le luci, a volte lo lasciamo più spoglio, in compagnia di qualche altra decorazione home made.
Ho finito il maglioncino che ho fatto con i gomitoli presi su Vinted, sono molto contenta del risultato e il filato è morbidissimo!
Avevo fatto ieri questa sfida ma non mi è stata assegnata. Riprovo con un albero mio! È un olivo dell'orto di mio padre. Quest'anno, che abbiamo fatto tantissimo olio, le richieste sono inferiori 😞
Le ricette di Natale da noi sono spesso con la carne, ma da qualche anno a casa propongo alternative vegetariane o vegane. Queste sono polpette di lenticchie che riscuotono molto successo
A coupon code worth 1.000 TWIN."
Un premio nuovo!!
Non ho mai voluto un albero vero o finto e per questo tanto anni fa ho scelto questo modello, che ho preso usato, stilizzato che è pratico da riporre e non occupa molto spazio! L'idea è piaciuta molto a mia suocera e ora lo abbiamo uguale :)
"Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare"
Andy Warhol 🧑🎨🌎💚
🎞️🌳📸 "il Sale della Terra"
Un documentario nel quale vengono approfonditi i progetti di fotografia umanistica del fotografo Sebastião Salgado sull'America Latina (The Other Americas), sulle drammatiche condizioni dei popoli africani (Sahel: The End of the Road), sulle condizioni dei lavoratori in giro per il mondo (Workers), sulle grandi migrazioni umane (Migrations) ed infine sugli angoli del pianeta non ancora contaminati dalla modernità (Genesis). Salgado racconta anche del progetto che porta avanti assieme alla moglie di riforestazione della Mata Atlantica.
Venti di Terra associazione culturale e Centro di Azione Nonviolenta bel Podere Il Poggio Gricigliana (PO)
Il nostro albero di Natale é la nostra pachira acquatica, gli anni precedenti la addobbavano con palline leggere e dacorazioni di carta ma abbiamo capito che il peso degli addobbi seppur minimo la faceva soffrire😢 per cui quest’anno così, ‘al naturale’🎄🥹✨
Il dono piú bello che abbiamo da due anni é comunque già sotto l’albero di Natale😍😴🐶🎁
🎄 8 Dicembre – La storia del mio albero di Natale Oggi celebriamo una delle tradizioni più amate di questo periodo: l’albero di Natale. Ogni albero ha una storia diversa… e questa è la mia. 🌲✨
💚 Quando l’ho scelto: Ho scelto il mio albero qualche anno fa, in un piccolo vivaio locale, proprio l’8 dicembre. Cercavo un albero che fosse bello, sì… ma anche sostenibile. È stato amore alla prima vista: semplice, profumato, “vero” nel senso più autentico.
📍 Da dove arriva: Proviene da un coltivatore della mia zona, che gestisce il terreno in modo responsabile e che ogni anno ripianta più alberi di quanti ne venda. Una piccola filiera locale, fatta di cura e stagionalità.
🌱 Perché questo albero: Ho scelto un albero vero perché, se coltivato localmente e poi ricompostato o ripiantato, ha un’impronta ambientale più bassa rispetto alla maggior parte degli alberi sintetici. E ogni anno, quando lo preparo, sento che sto portando in casa un pezzo di natura… non plastica.
🎁 Mini curiosità: Un albero vero, se locale e gestito in modo sostenibile, può avere un impatto ambientale minore rispetto agli alberi finti che durano per anni… ma che spesso finiscono nei rifiuti.
📸 Ecco il mio albero — condivido la sua foto con orgoglio (e magari entra anche nel contest!)
Non avendo ancora avuto l'opportunità di ammirare l'aurora boreale di persona, ho deciso di immergermi nel mondo affascinante dei suoi miti e delle sue leggende. Tutte le storie erano belle e stimolanti, ma, come spesso accade quando si cerca, ho trovato qualcosa di inaspettato: il primo resoconto storicamente accurato e non mitologico dell'Aurora Boreale. Si tratta del "King's Mirror" (Kongespeil), un codice etico norvegese risalente al 1250 circa. A differenza delle credenze superstiziose dell'Europa centrale, questo testo, estremamente sobrio e concreto, descrive le aurore come fenomeni naturali (ancora inspiegati) chiamandole Nordurljos (Luci del Nord). La descrizione è vivida: «… appare come la fiamma di un fuoco intenso visto da lontano. Strali appuntiti di disuguale e variabilissima grandezza dardeggiano verso l'alto nell'aria, così che ora l'uno ora l'altro è il più alto, e la luce ondeggia come una vampata splendente… e talvolta sembra sprigionare scintille come un ferro incandescente estratto dalla forgia. Come la notte termina e si avvicina l'alba, incomincia a impallidire e scompare quando prorompe il giorno… Noi non sappiamo nulla della natura delle Luci del Nord, ma l'uomo saggio propone idee e semplici congetture, e crede solo in ciò che è comune e probabile (e qui seguono una serie di teorie basate sul fatto che le luci del nord sono più comuni in alcuni luoghi che in altri)..». Tratto da: https://ilcrepuscolo.altervista.org/ Foto: https://travel.thewom.it/content/uploads/sites/4/2021/11/GettyImages-1278376286.jpg
Quest'anno non abbiamo ancora fatto l'albero e adesso fuori è buio quindi non posso fotografarvi l'alberello che addobberemo quest'anno, metterò una foto più in là. L'albero che avevamo usato l'anno scorso è morto, lo avevamo da molti anni (più di cinque di sicuro) ed è finito nel compost. Per quest'anno abbiamo deciso di addobbare un alberello piccolino che mettevamo sempre fuori dalla finestra della mia camera, sarà molto più piccolo del precedente ma non volevamo comprarne un altro 🌲
Quando fuori fa freddo, il salotto è il posto più accogliente che ci sia. Il caminetto acceso è perfetto per questo: non solo scalda tutto l'ambiente, ma mi regala una vera e propria pausa dalla giornata. Adoro il profumo della legna, il suono del fuoco che scoppietta piano e la luce calda e morbida che rende ogni cosa più dolce. Sono i momenti in cui apprezzo di più le cose semplici della vita. Qui non c'è nessuna fretta, solo tanta calma e un profondo senso di benessere. Mi siedo comodo, respiro a fondo e mi lascio avvolgere dal calore. Questo è il mio rifugio, il mio promemoria personale per rallentare. Cosa c'è di più Hygge di così?