Nel numero di maggio 2025 di Le Scienze sono incappata in un articolo interessante: riguarda anche l'Ecuador, di cui non riuscirò a terminare la sfida perché non ho ricette che mi ispirano e non riesco ad aprire una di quelle proposte.
Argomento: fiori coltivati, quelli che abbelliscono feste e occasioni varie. A fronte di paesi da decenni sul mercato (es: Paesi Bassi) altri hanno ridotto la produzione interna (es: USA) lasciando spazio per avviare attività floricole in nazioni favorite dal clima e dalla scarsa regolamentazione sull'uso dei pesticidi: tra questi l'Ecuador è diventato il terzo esportatore, con spedizioni via aerea soprattutto negli USA ma anche nel resto del mondo. Per ottenere fiori perfetti vengono impiegati i micidiali composti organofosforici e molte altre sostanze (ne sono state rilevate 111), i cui effetti ricadono sui lavoratori, sui loro figli, sull'ambiente e su quanti manipolano i fiori.
Uno studio tuttora in corso sui bambini dei paesi dell'Ecuador con genitori che lavorano in floricoltura ha svelato una realtà impressionante: effetti sui neurotrasmettitori, deficit di attenzione, difficoltà di apprendimento, depressione, disturbi tiroidei, difetti congeniti superiori a popolazioni lontane dai centri di produzione. Tra i lavoratori, problemi cutanei e respiratori.
Anche i fiori commercializzati si portano dietro residui di pesticidi e antifungini che potrebbero essere nocivi per l'encefalo se assorbiti attraverso la cute: questo è un problema soprattutto per i fiorai, ma non sono esclusi inconsapevoli consumatori con le loro belle coroncine per la laurea sul capo e le tavole matrimoniali dove i fiori fanno bella mostra di sé.
Per portare un esempio collaterale, l'uso di fungicidi in floricoltura nei Paesi Bassi è stato associato a casi letali di infezione da Aspergillus fumigatus diventato resistente agli azoli, la classe di farmaci cui appartengono questi composti abbondantemente usati nelle coltivazioni. Pare che gli scarti di lavorazione dei bulbi di tulipani irrorati con gli azoli, finiti nel compost e nel terreno (le spore di aspergillo si diffondono spesso per via aerea, sono in genere scarsamente rischiose ma diventano letali se l'infezione colpisce soggetti immunodepressi), abbiano fatto il giro del mondo diffondendo i ceppi resistenti.
Questo deve farci riflettere su alcuni aspetti: il costo umano e ambientale delle coltivazioni non sottoposte a legislazioni che tutelino la salute pubblica. E poi la tendenza a spostare le lavorazioni dove sono poco garantiti i diritti dei lavoratori. In nome di profitto, fiori a basso costo, bellissimi ma pericolosi. Inoltre questi viaggiano spesso per via aerea, ulteriore fonte di inquinamento.
Prima di comprare, accertiamoci della provenienza: accettiamo anche fiori meno perfetti, ma più sicuri: ci sono coltivatori che hanno adottato disciplinari etici (e fanno capo al movimento Slow flowers). Compriamoli di stagione, locali e direi anche ... solo se ci servono. Soprattutto se è una pianta in vaso, cerchiamo di trattarla da essere vivente e non da abbellimento usa e getta!
Mi sono dilungata un po', ma spero sia valsa la pena. 💚