Oggi vi porto in Islanda…
Come mai in questa terra così meravigliosa gli alberi scarseggiano?
Storia di deforestazione 🌲
Quando i primi coloni norreni arrivarono nel IX secolo, c’erano boschi di betulla (downy birch) che coprivano una parte significativa dell'isola. I coloni tagliarono molti alberi per legname, combustibile (carbone) e per creare pascoli per le greggi. L’allevamento di pecore (e altri animali) ha impedito la rigenerazione naturale, perché i giovani alberi venivano mangiati.
Altri motivi
Gran parte del suolo islandese deriva da terra vulcanica (cenere, lapilli), e questi suoli (chiamati andosol) tendono ad avere poca coesione, quindi sono facilmente erosi dal vento e dall’acqua.
Cosa stanno facendo gli Islandesi per riforestare?
Riforestazione con betulla (e altri alberi) 🌲
C’è un obiettivo nazionale di coprire il 5% del paese con boschi di betulla. Nel 2025, sono stati allocati 1 milione di piantine di betulla per vari progetti, nell’ambito della “Bonn Challenge” (un’iniziativa globale per la restaurazione del paesaggio). In alcune aree, assieme alla betulla si utilizzano altre specie autoctone, come il salice (willow) e l’ontano, per aumentare la biodiversità.
Alcuni limiti dell'Islanda ⚠️
La crescita degli alberi è lenta, a causa del clima rigido e del suolo povero. Non tutte le specie piantate sono native: alcuni progetti usano specie non autoctone (es. pini, larici, abeti), il che genera dibattito su impatti ecologici. Alcune aree sfregiate dall’erosione sono così degradate che serve tempo (e risorse) per preparare il terreno prima di poter piantare con successo. La gestione del pascolo (pecore, animali domestici) rimane cruciale: se non si limita l’allevamento nelle aree rimboschite, i giovani alberi rischiano di essere nuovamente mangiati.
Oggi vi porto in Islanda… Come mai in questa terra così meravigliosa gli alberi scarseggiano?
Storia di deforestazione 🌲 Quando i primi coloni norreni arrivarono nel IX secolo, c’erano boschi di betulla (downy birch) che coprivano una parte significativa dell'isola. I coloni tagliarono molti alberi per legname, combustibile (carbone) e per creare pascoli per le greggi. L’allevamento di pecore (e altri animali) ha impedito la rigenerazione naturale, perché i giovani alberi venivano mangiati. Altri motivi Gran parte del suolo islandese deriva da terra vulcanica (cenere, lapilli), e questi suoli (chiamati andosol) tendono ad avere poca coesione, quindi sono facilmente erosi dal vento e dall’acqua.
Cosa stanno facendo gli Islandesi per riforestare?
Riforestazione con betulla (e altri alberi) 🌲 C’è un obiettivo nazionale di coprire il 5% del paese con boschi di betulla. Nel 2025, sono stati allocati 1 milione di piantine di betulla per vari progetti, nell’ambito della “Bonn Challenge” (un’iniziativa globale per la restaurazione del paesaggio). In alcune aree, assieme alla betulla si utilizzano altre specie autoctone, come il salice (willow) e l’ontano, per aumentare la biodiversità.
Alcuni limiti dell'Islanda ⚠️
La crescita degli alberi è lenta, a causa del clima rigido e del suolo povero. Non tutte le specie piantate sono native: alcuni progetti usano specie non autoctone (es. pini, larici, abeti), il che genera dibattito su impatti ecologici. Alcune aree sfregiate dall’erosione sono così degradate che serve tempo (e risorse) per preparare il terreno prima di poter piantare con successo. La gestione del pascolo (pecore, animali domestici) rimane cruciale: se non si limita l’allevamento nelle aree rimboschite, i giovani alberi rischiano di essere nuovamente mangiati.