Krishnendu Ray, chef di origine indiana e autore del libro "the ethnic restaurateur", descrive la definizione di cucina etnica come un incasellamento post-coloniale per le cucine dei Paesi considerati meno sviluppati. Inquadrare il cibo come "etnico" significa dargli meno valore, aspettarsi che costi poco e che chi lo cucina non possa essere definito uno chef.
Bisognerebbe abbandonare le visioni che sminuiscono le cucine appartenenti ad altre culture, smettere di usare parole come "etnico" e dare davvero valore al cibo e a chi lo lavora.
Purtroppo però, finché la società non cambia, i lavoratori della ristorazione devono sopravvivere.
Stiamo insegnando la cucina italiana a mio marito per non farlo finire in un ristorante indiano o pakistano a lavorare per pochi soldi per far contento l'italiano medio che vuole il cibo "esotico" senza pagarlo il giusto.
Oggi ha fatto gli gnocchi con patate di Rotzo, comune dell'Altopiano dei 7 Comuni famoso per le sue coltivazioni, prese in loco da mia zia. Abbiamo poi condito con salsa di pomodoro.
10 clappers
CAROTA:
Verissimo concordo. La situazione di chi lavora nella ristorazione..... anche quella dei ristoranti italiani.... è un Far West. Che bei gnocchetti 😋😋😋
a long while ago
